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n-aC 600

28/10/23

n-Acetilcisteina e i suoi benefici

La N-Acetilcisteina o NAC è il derivato N-Acetile dell’amminoacido solforato non essenziale L-Cisteina; la forma N-acetilata è più stabile e maggiormente disponibile per l’organismo. Il NAC è molto conosciuto come antidoto al paracetamolo, in caso di intossicazioni dovute a questo farmaco, in quanto precursore dell’antiossidante per eccellenza: il glutatione, cofattore enzimatico fondamentale nei processi di ossidazione.

Molto spesso viene utilizzato per sintomatologie delle vie respiratorie in quanto mucolitico, utile dunque in forti raffreddori per la sua spiccata capacità di “fluidificare” le vie aeree superiori. Sempre in ambito clinico, numerose sono le ricerche che lo vedono partecipe di numerosi processi neuroprotettivi ed epatoprotettivi.
Tanti aspetti che si correlano a numerosi sistemi biologici!

DOSAGGIO RACCOMANDATO:
Quasi tutti gli studi riportati in questo articolo confermano che dosaggi dai 600 mg fino a 4000 mg sono ritenuti sicuri per contrastare gli effetti pro-ossidanti che agiscono sull’organismo. La supplementazione orale mostra un picco plasmatico dopo 2-3 ore dalla sua assunzione e con un emivita di circa 6 ore, dunque i momenti migliori per assumerla sono lontano dall’allenamento oppure al mattino/sera in caso di giornata di riposo. Si consiglia l’assunzione con abbondante acqua ai pasti.

N-AC E SPORT

L’esercizio fisico ad alta intensità è sicuramente uno dei fattori predisponenti alla formazione di radicali liberi dell’ossigeno, prodotti altamente tossici per il nostro organismo e che si creano in relazione al grado di stress ossidativo generato nelle nostre cellule.

Il bilancio tra specie reattive e sistemi di detossificazione è fondamentale ai fini di mantenere un’omeostasi tra eustress e distress. Un declino della funzione immunitaria da parte dell’atleta con sforzi ad alta intensità ripetuti nel tempo con una riduzione dei tempi di recupero tra le sedute di allenamento e i relativi mesocicli può comportare rischi di calo di performance, infezioni, declino delle capacità cognitive e rischio elevato di infortuni.

Spesso e volentieri l’atleta “stressato” dall’eccesso di attività fisica ad alto impatto ha compromessi i sistemi di difesa anti-ossidante, causando quindi un più repentino calo della performance e un'insorgenza di affaticamento surrenalico cronico. L’integrazione di N-AC in uno studio doppio cieco randomizzato con controllo + placebo per 9 giorni (1200 mg/die) in 10 triatleti ben allenati ha dimostrato un miglioramento delle prestazioni ciclistiche attraverso un miglior equilibrio redox, migliorando la capacità di sopportazione dell’esercizio fisico e dunque promuovendo i processi adattativi (1).

La supplementazione di N-AC ha infatti migliorato le sedute di simulazione di sprint su cicloergometro minimizzando il danno ossidativo indotto dall’esercizio fisico ad alta intensità. Uno studio randomizzato controllato ha invece valutato l’effetto in acuto di una supplementazione di N-AC sulle prestazioni fisiche nei giocatori semi-professionisti di rugby, sport ad alto impatto e ad alta intensità (2).

A 17 giocatori sono stati somministrati 1000 mg di NAC o Placebo per 6 giorni. Dopo l’analisi di test da sforzo tipici della disciplina per valutare gli effetti della supplementazione, i ricercatori hanno concluso che gli effetti sulla performance erano poco chiari e a tratti ininfluenti; ha invece ridotto i marker di infiammazione post traumatico da impatto migliorando il recupero, ma solo per i primi giorni di assunzione. Nei giorni 5-6 di assunzione si è invece riscontrato un aumento dell’infiammazione muscolare. Risultati poco chiari e troppo aspecifici per trarre conclusioni interessanti.

Una più recente review e meta-analisi ha rivalutato gli effetti benefici del N-AC nei soggetti sportivi (3), più che altro ha sottolineato che alcuni studi hanno ampiamente superato il limite di dosaggio raccomandato fino a dosi giornaliere di 5800 mg con un incremento di effetti collaterali che tuttavia rimangono poco chiari in relazione alla soggettività di risposta. Sebbene si siano fatti più studi in letteratura sull’assunzione di N-AC nello sport ad oggi la ricerca rimane ancora scettica sul suo ruolo potenziale nel migliorare la performance. Indubbiamente, avendo una proprietà anti-ossidante, è più logico supporre che i vantaggi riferiti dagli atleti sulla performance siano da attribuire ad un minor quantitativo di marker infiammatori. Saranno necessari numerosi altri studi per confermarne l’efficacia.

N-AC E APPARTO RESPIRATORIO

L’assunzione di N-AC è stata vista efficace per migliorare la funzionalità respiratoria in soggetti con MPCO (malattia polmonare cronica ostruttiva) (4). 120 pazienti affetti dalla malattia sono stati suddivisi 2 gruppi: 1 gruppo che assumeva N-AC e 1 gruppo che assumeva placebo.

1200 mg di N-AC suddivisi per 2 volte al giorno (600+600) per un anno intero hanno migliorato i fenomeni di peggioramento della malattia e un minor numero di ricadute post guarigione, confermando anche una riduzione dei giorni di ricovero ospedaliero rispetto al gruppo di controllo con placebo.

Da tale risultato è emersa la validità di utilizzo del N-AC nei soggetti con bronchiti croniche o malattie dell’apparato respiratorio per prevenire i danni da stress ossidativo causati da un deficit del sistema immunitario. I livelli più alti di N-AC hanno mostrato una forte attività mucolitica e fluidificante proteggendo l’organismo da patogeni e agenti tossici endogeni ed esogeni. A conferma di questa ipotesi, una recentissima review (5) del 2020 ha raccolto 41 studi in cui la supplementazione di N-AC era superiore ai 600 mg/die con picchi fino a 3 g/die nel valutare l’efficacia e la sicurezza di tale dosaggio nei confronti delle malattie respiratorie. Il profilo di sicurezza era elevato e standardizzato sia a dosaggi di 600 mg che di 3000 mg, a conferma del fatto che il N-AC rimane una molecola di prima scelta nei confronti di tali malattie.

N-AC E NEURODEGENERAZIONE

Essendo un potente antiossidante, il suo effetto è stato riscontrato positivo anche nelle malattie neurodegenerative. Uno studio del 2018 (6) ha confermato che dosaggi dai 600 ai 6000 mg/Die (dosaggi altissimi!) hanno dato effetti positivi nell’attenuazione dei sintomi nel morbo di Parkinson e di Alzheimer. Il N-AC ha infatti tra i suoi benefici quello di modulare alcuni neurotrasmettitori chiave per la funzione eccitatoria come il glutammato. Il glutammato ha un ruolo importante per la percezione del dolore, il controllo sull’umore, l’apprendimento e la funzione mnemonica dell’individuo. Una sua disfunzione è spesso causa di declini cognitivi e sviluppo di malattie neurodegenerative. Grazie al N-AC questo importante neurotrasmettitore viene efficientemente regolato ai fini di mantenere l’omeostasi della sua espressione.

N-AC E SFERA SESSUALE

Negli uomini sofferenti di infertilità, la funzionalità spermatica è compromessa per via di uno stress ossidativo che può influire negativamente sulla produzione di spermatozoi visto che può provocargli un danno al DNA. Uno studio che ha coinvolto 50 uomini infertili di età tra i 25 e i 40 anni (7) ha ricercato nella supplementazione con 600 mg/Die di N-AC per 3 mesi un valido aiuto per contrastare tale problematica. La valutazione dei parametri ematici dei principali marker ormonali di origine riproduttiva, dei parametri seminali e della capacità antiossidante totale ha confermato il miglioramento dei profili spermatici sia come conta che come motilità, una spiccata capacità antiossidante e un ripristino dei valori ormonali LH, FSH, testosterone e prolattina. Gli studiosi a fine ricerca hanno inoltre aggiunto un’importante informazione, ovvero che il problema dell’infertilità è spesso associato ad una carenza di minerali e/o vitamine oltre che di N-AC (vitamina C-A-E, carnitina, folati, zinco e selenio).

N-AC E FEGATO

Il suo ruolo epatoprotettore è derivato dalla sua capacità di generare glutatione, il più potente antiossidante dell’organismo. Il glutatione è un tri-peptide formato da Cisteina, Acido glutammico e Glicina, che protegge da radicali liberi e ha una spiccata attività disintossicante grazie alla sua capacità di chelare, ovvero legare a se, metalli pesanti e tossici per il nostro organismo eliminandoli dal corpo. Nei processi di generazione del glutatione sembra che sia proprio il N-AC la molecola chiave per la sua genesi. Il glutatione aiuta il nostro fegato nei processi di rigenerazione cellulare (effetto già di per se biologico degli epatociti) specialmente in situazioni di alcolismo o affaticamento epatico da farmaci, come da sovradosaggio da paracetamolo (li quale produce effetti avversi sul fegato a dosaggio elevato). Risulta inoltre utile per gli sportivi che praticano periodi di alimentazione iper-proteica.

N-AC E COVID-19

Per proteggere coloro che non hanno ancora contratto il SARS-Cov-2, il N-AC a dosaggi di 600 mg potrebbe essere un’ottima strategia economica ed efficace per prevenire potenziali infezioni (8). In presenza dei primi sintomi come febbre o tosse secca, un dosaggio raddoppiato a 1200 mg/die sembra accelerare il recupero e minimizzare i sintomi. I pazienti che hanno già contratto il Covid-19 possono testare una formula inalabile con un nebulizzatore, ma anche la forma orale sembra garantire ottimi benefici.

Il N-AC può quindi aumentare la sintesi di glutatione intracellulare nei linfociti T e bloccare l’apoptosi durante infezioni virali e l’influenza, soprattutto con dosaggi elevati a 2400 mg/die suddivisi in 2 dosaggi da 1200 mg l’uno.

Lo studio raccomanda una iniezione venosa a gradi più elevati della malattia: 600 mg per i primi sintomi febbrili o di tosse, 1200 mg per dispnee o pneumonia, iniezione venosa a 100 mg/kg/die per sindromi acute da stress respiratori e iniezioni venose da 150 mg/kg/die per malattie a più sistemi biologici (più organi). Chiaramente l’utilizzo di altri agenti antiossidanti/antivirali può solo che migliorare il recupero a la ventilazione polmonare riducendo la mortalità.

Dott. Frisoni Nicola

Bibliografia

1) Slattery KM, Dascombe B, Wallace LK, Bentley DJ, Coutts AJ. "Effect of N-acetylcysteine on Cycling Performance following Intensified Training.", Med Sci Sports Exerc. 2014

2) Kate Rhodes and coll. "Acute effect of oral N-AcetylCysteine on muscle soreness and exercise performance in semi-elite rugby players", J Diet Suppl 2019

3) Kate Rhodes, Andrea Braakhuis "Performance and side effect of supplementation with N-Acetylcysteine: a systematic review and meta-analysis", 2017 Sports Medicine

4) Tse HN, Raiteri L, Wong KY, Ng LY, Yee KS, Tseng CZ. "Benefits of high dose N-acetylcysteine to exacerbation-prone COPD patients.", Chest. 2014 May 15.

5) Peter Calverley & coll. "Safety of N-Acetylcysteine at high doses in chronic respiratory diseas: a review", Drug Saf. 2020

6) Giuseppe Tardiolo, Placido Bramanti and Emanuela Mazzon. "Overview on the Effects of N-Acetylcysteine in Neurodegenerative Diseases", Molecules 2018,

7) Jannatifar R, Parivar K, Roodbari NH, Nasr-Esfahani MH. "Effects of N-acetyl-cysteine supplementation on sperm quality, chromatin integrity and level of oxidative stress in infertile men.", Reprod Biol Endocrinol. 2019

8) Z. Shi & Puyo A.C. "N-Acetylcysteine to combat Covid-19: an evidence review", Ther Clin Risk Manag 2020

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